In occasione dei festeggiamenti del patrono, sabato 22 aprile nella sede del Palazzo Comunale di Campolongo, con inizio alle ore 20.30, si terrà il tradizionale «Concerto di San Giorgio». Protagonista della serata sarà l’«Ensemble Antiqua», la cui direzione artistica è affidata al maestro Stefano Sciascia, docente presso il Conservatorio di musica «Giuseppe Tartini» di Trieste.
Il concerto intende proporre un viaggio tra le partiture più coinvolgenti del tardo barocco italiano e tedesco, rendendo omaggio ai geni di Antonio Vivaldi e Johann Sebastian Bach attraverso alcune celebri pagine strumentali e solistiche.
Aprirà il concerto la Sinfonia in sol maggiore per archi e basso continuo RV 146 di Antonio Vivaldi, in cui a una vera e propria tempesta di suoni dell’Allegro iniziale seguono un Andante, dai toni dolci e lirici, e un Allegro finale dall’andamento ternario, che richiama, come da consuetudine, movimenti di danza settecenteschi.
La parte centrale sarà invece dedicata a due dei più celebri concerti barocchi per due violini, inframezzati dal Concerto in mi minore per archi e basso continuo RV 134 di Antonio Vivaldi: il Concerto in la minore per due violini, archi e basso continuo RV 522 di Antonio Vivaldi e il Concerto in re minore per due violini, archi e basso continuo BWV 1043 di Johann Sebastian Bach.
Il Concerto per due violini di Antonio Vivaldi, ottavo dei dodici della raccolta dell’Estro Armonico op. 3, alterna a momenti virtuosistici dell’Allegro iniziale, affidati ai due violini, che si contrappongono al Tutti, derivato dalla tradizione del concerto grosso seicentesco, momenti di spiegato lirismo dei solisti, eretti su una trama ostinata dell’orchestra, nel Larghetto e spiritoso centrale, concludendosi in un brillante Allegro finale, in cui i violini sembrano quasi rincorrersi tra un solo e un altro, dove emergono i virtuosismi del primo violino e i momenti cantabili del secondo.
Nel suo Concerto per due violini Johann Sebastian Bach compie una vera e propria rivoluzione, creando delle fitte trame contrappuntistiche nei lunghi soli e una grande densità e tensione in una struttura colossale e austera. Al Vivace iniziale che si apre con un andamento di fuga in un tutto unitario e stilizzato e vede protagonista l’uso del principio imitativo del canone nei soli, che hanno parità tecnica ed espressiva, segue il Largo ma non tanto, in cui i violini danno vita a melodie di ampio respiro, accompagnati delicatamente dall’orchestra, e infine l’Allegro finale con un’intensa carica espressiva, in cui le parti solistiche si compenetrano in quelle di accompagnamento in un fitto tessuto contrappuntistico.
Dallo stesso andamento fugato è il primo movimento del Concerto per archi RV 134 di Antonio Vivaldi che introduce il capolavoro bachiano. Seppur dalla struttura più semplificata, l’Allegro iniziale è un interessante esempio di uso del contrappunto, mai severo, ma leggero e brillante, inserito in una costruzione melodica in cui si lascia spazio alle voci di tutti gli strumenti e che si conclude con un intenso finale affidato al virtuosismo delle viole e dei secondi violini. Nell’Andante e pianissimo emerge la melodia dei violini, che suonano all’unisono, creando un’atmosfera sospesa, spesso presente nelle pagine vivaldiane. Carattere festoso e danzante presenta l’Allegro finale, dove i temi ritornano a mo’ di ritornello.
Ed è proprio una festa di suoni a concludere la serata, con la celebre partitura del Concerto in si minore per quattro violini, violoncello, archi e basso continuo RV 580 di Antonio Vivaldi, in cui tutti gli strumenti hanno la possibilità di esibirsi come solisti. Ad un primo Allegro con i quattro violini che si intrecciano tra loro in combinazioni sempre nuove, segue un movimento lento tripartito, con un Largo dal ritmo puntato e solenne seguito da un Larghetto in cui colpisce la varietà ritmica dei quattro violini, divisi tra arpeggi e ribattuti molto delicati, per tornare al Largo iniziale che apre all’Allegro, un lungo e incalzante crescendo in forma di Giga, con un finale travolgente.
Giulia Freschi